La Scuola secondo me

(Paola Esposto) È statisticamente provato che i ragazzi italiani sono i più stressati e che hanno un rapporto pessimo con la scuola rispetto agli altri Paesi, lo ha affermato anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

I problemi ci sono e sono anche evidenti: i numeri parlano di circa 598 mila giovani che abbandonano precocemente gli studi. Dal mio punto di vista, quello di una semplice studentessa, il problema principale di noi ragazzi è l’approccio e le modalità di apprendimento. Nella formazione di un adolescente lo studio è importantissimo, essendo uno dei principali strumenti di crescita ma questo deve essere associato anche alla praticità, alla realtà, all’attualità. In poche parole, deve perseguire l’utile. Infatti, ci sono tanti altri modi per imparare piuttosto che passare pomeriggi interi sui libri. O meglio, soltanto sui libri.

“Gli studenti non sono dei vasi da riempire ma fiaccole da accendere”; i ragazzi devono essere incentivati e stimolati, devono scoprire i propri talenti, devono sognare, devono sbagliare e imparare dai propri errori, devono cadere ma soprattutto rialzarsi; i ragazzi devono essere ragazzi.

In questo periodo di emergenza mondiale, con l’adozione della DDI,, i problemi sono stati rimarcati a causa della solitudine in cui ci troviamo noi studenti. Spesso veniamo messi da parte e nessuno si rende conto di quanto sia difficile per noi non avere un confronto diretto, non vedere amici, non fare uscite didattiche, non camminare per i corridoi, non condividere con i compagni le ansie e le risate o anche semplicemente non svegliarsi al mattino per andare alla fermata del pullman. Molte di queste cose le abbiamo sempre odiate… ma adesso ci mancano come non mai: la quotidianità sembra così irraggiungibile.

I nostri occhi sono ormai fissi di fronte a uno schermo. Le giornate passano tutte allo stesso modo da ormai troppo tempo: le 24 ore ruotano attorno alla scuola e allo studio, non più accompagnato dalla sete di conoscenza ma dalla volontà di prendere un bel voto. Il periodo scolastico coincide con uno dei momenti più belli della vita e con il tempo dovrebbe essere sempre ricordato con nostalgia. Invece, spesso quando si parla della propria esperienza scolastica si fa riferimento ad ansie, paure, attacchi di panico, problemi psicologici, notti insonni, pianti.

La scuola italiana è una corsa verso la fine del programma o una preparazione per lo studio universitario; non c’è spazio suffiuciente per la creatività, la fantasia, la passione. Non c’è spazio sufficiente per i ragazzi.

Perché ci vuole tanto a capire un adolescente… e un niente per criticarlo? Eppure l’adolescenza è un periodo che riguarda tutti. E non si dovrebbe mai tirare fuori quella solita risposta “Ai miei tempi…” perché il tempo passa e ciò che è stato ieri sarà sempre diverso da ciò che sarà domani.  Siamo sempre così pronti a puntare il dito che ci dimentichiamo di chiederci il perché delle cose. Sicuramente è più facile così. Penso che per trovare le soluzioni ai problemi si debba tenere in considerazione i ragazzi perché sono loro a fare la scuola.