Il Sanremo di Achille (Lauro)

(Alessia Forleo) Se il Festival di quest’anno fosse descritto con un nome, sarebbe sicuramente Achille Lauro. Il giovane artista non ha partecipato da concorrente ma come ospite fisso. 

Ogni giorno sul palco un personaggio e stile musicale differente. La prima sera, ispirandosi al film del 1998 “Velvet Goldmine” , ha dato vita al Glam rock, concludendo la sua esibizione piangendo lacrime di sangue. “Questa notte ho versato lacrime per i nostri peccati. Il mondo aveva qualcosa da dire”, spiega sul suo profilo Instagram.

Successivamente, vestendo i panni di Mina, ha celebrato una donna dal vero “animo rock n’ roll”. La lunga treccia sul capo, infatti, era un esplicito tributo all’album “Rane Supreme”. Popi, altri due quadri: ha raccontato l’amore. Prima come Penelope, simbolo della fedeltà femminile, e poi come una sposa, celebrando le unioni civili. Seppur stravagante, il suo è stato un inno all’inclusione, alla libertà di amare chi si vuole. “Sono la libertà che guida il popolo”, proprio come il dipinto di Eugène Delacroix, da cui ha tratto ispirazione.

Il giorno della finale, con il petto trafitto da una rosa, ha concluso il suo viaggio di arte e musica.

“È giunto il nostro momento. La nostra stessa fine di questa strana fiaba – scriveva sul suo profilo Instagram – Tutti insieme sulla stessa strada di stelle di fronte alle porte del Paradiso. (…) Dio benedica solo noi. Esseri umani.”

Achille è politicamente scorretto, ed è stato questo il suo punto di forza. È riuscito a dare voce a chi, spesso, viene dimenticato, chi non ha voce in capitolo. Lotta per l’abolizione degli stereotipi, dei conflitti di genere e della mascolinità tossica. Non gli interessa scandalizzare, il suo obiettivo è un altro. Punta all’inclusione, ad annullare i pregiudizi, in un paese cui sono fin troppo radicati. Attraverso il Festival e al suo forte impatto mediatico, è riuscito a smuovere alcune coscienze, a farsi conoscere e sdoganare uno stile nuovo e innovativo, fatto di un’estetica forte e di impatto.